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Roger Malina

Al delta di arte e scienza

Direttore dell’Osservatorio Astrofisico di Marsiglia dove è membro dello Observational Cosmology Research Group , Roger Malina è anche responsabile editoriale della rivista Leonardo del Massachussets Institute of Technology, che dal 1968 propone uno dei più innovativi compendi di scienza, arte e filosofia.
Dall’osservatorio privilegiato di Leonardo, Malina indaga gli sviluppi legati alla sempre maggiore prossimità di arte e scienza – di cultura umanistica e cultura scientifica – in un crocevia dove la rete assume il ruolo di facilitatore del reciproco avvicinamento.

Per Malina arte, scienza e tecnologia sono culture connesse – e non più discipline autonome – in grado di condividere, ed essere condivise, dagli stessi media. Con il suo lavoro Malina si propone di contribuire a far uscire la scienza da quelli che l’astrofisico definisce “ghetti composti da esperti”, nell’ottica di superare il culto dei “compartimenti stagni” che impediscono la libera circolazione di una cultura intesa come conoscenza allargata a tutte le discipline del sapere.

Malina non sostiene l’avvento di una nuova scienza a carattere amatoriale bensì di una scienza più intima (prossima al resto del mondo, aperta), capace di coinvolgere miliardi di persone nell’obiettivo comune di comprendere meglio il mondo che ci circonda e il nostro impatto su di esso.
Una delle chiavi per lo sviluppo di questa integrazione culturale va ricercata nella libera circolazione dei dati fra gli esseri umani, ai quali Malina propone un nuovo dovere e un nuovo diritto: il diritto ai dati raccolti e il dovere della costruzione di una conoscenza che raccolga e interpreti i dati relativi al mondo in cui viviamo.

Al Rinascimento Trasformazionale evocato da Malina stanno già contribuendo numerosi artisti del movimento arte-scienza e arte-tecnologia, mentre iniziative di innovazione aperta, reti per l’apprendimento a distanza e altri movimenti per le risorse condivise stanno portando a nuovi metodi di apprendimento e di ricerca nell’era digitale.

Il diritto ai dati e il dovere di raccoglierli sono parte di questa necessaria trasformazione culturale e, come sostiene Malina, oggi «siamo in possesso della conoscenza necessaria a creare».
Il concetto di Open Observatories elaborato da Malina si propone di disseminare strumenti, tecniche, dati e conoscenza per lo sviluppo di progetti al crocevia tra scienza e umanesimo. Gli osservatori consentiranno lo sviluppo di conoscenza generata a livello locale per favorire l’evoluzione necessaria ad affrontare gli inarrestabili cambiamenti in corso.

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