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Urban Phygital Lab | Il progetto

Urban Phygital Lab è un progetto di rigenerazione culturale promosso da MEET Digital Culture Center, che ha coinvolto 2 scuole di Milano, in Porta Venezia e al Corvetto, chiamate a immaginare il futuro dei quartieri, grazie alle opportunità offerte dalla realtà aumentata e dalla realtà virtuale.

Il PERCORSO

I Laboratori al Meet

Il progetto ha avuto il suo inizio con la partecipazione dei ragazzi delle classi 4° Asia dell’Istituto Schiaparelli-Gramsci di Porta Venezia e della 5° D dell’ITSOS Albe Steiner del Corvetto a workshop con creativi, artisti e programmatori – Bepart, Sara Tirelli e AnotheReality – negli spazi  laboratorial nella sede del MEET dove hanno  iimparato  a sviluppare idee creative attraverso i linguaggi digitali, utilizzando media diversi.

Interventi nei quartieri

Grazie a report fotografici, ad interviste e conversazioni con associazioni e abitanti, gli studenti hanno esplorato il quartiere, immaginando le sfide per i prossimi 100 anni. All’Urban Phygital Lab la rigenerazione passa attraverso l’autorialità di adolescenti, che danno voce alle loro preoccupazioni e alle loro speranze, elaborandole creativamente attraverso le tecnologie digitali attraverso interventi di poster art aumentata e creazione di mondi virtuali.

Poster Art aumentata

La poster art aumentata è un esempio di arte “ibrida” dove un supposto fisico, in questo caso una immagine stampata su cartoline cela un codice che una volta inquadrato da uno smartphone dotato di una app specifica, permette di visualizzare una animazione tridimensionale che appare sull’oggetto inquadrato. Alla realtà fisica si sovrappone una seconda realtà digitale (da qui il concetto di realtà aumentata), visibile solo attraverso la tecnologia.

L’ambiente virtuale

Ragazzi e ragazze hanno immaginato di unire i due quartieri in un luogo virtuale da vivere, per continuare ad immaginare e co-creare il futuro: un luogo in cui continuare a interrogarsi sulle sfide del presente e del futuro.  Il  risultato  è  Il mondo di Urban Phygital Lab su piattaforma VRChat è un quartiere immaginario, ibrido e virtuale che crea un ponte tra il Corvetto e Porta Venezia, in cui incontrare idee e opere degli studenti.

la piattaforma VRChat è una tecnologia di realtà virtuale pubblica accessibile da computer attraverso un software specifico e con i visori 3D. Per visitare e partecipare al mondo di Urban Phygital Lab è necessario solo chiedere l’accesso per visitarlo all’indirizzo meet.oculus@gmail.com.

La presentazione finale

Giovedì 9 giugno si è tenuto a MEET lo showcase finale, un evento espositivo di poster art aumentata e mondi virtuali. Lo showcase non solo ha coinvolto i partecipanti del progetto- studenti, docenti, professionisti del digitale e artisti, ma ha aperto le porte al pubblico con l’obiettivo di sensibilizzare sul tema della sostenibilità, dell’inclusione, della bellezza e della rigenerazione urbana attraverso il digitale.

Urban Phygital Lab si inserisce all’interno delle iniziative del progetto Europeo  New European Bauhaus, una iniziativa creativa e interdisciplinare che collega il Green Deal europeo ai nostri spazi ed esperienze di vita.

L’iniziativa New European Bauhaus invita tutti noi a immaginare e costruire insieme un futuro sostenibile e inclusivo che sia bello per i nostri occhi, le nostre menti e le nostre anime. Belli sono i luoghi, le pratiche e le esperienze che sono:

  • Arricchenti, ispirati dall’arte e dalla cultura, che rispondono a esigenze che vanno oltre la funzionalità.
  • Sostenibili, in armonia con la natura, l’ambiente e il nostro pianeta.
  • Inclusivi, che incoraggiano il dialogo tra culture, discipline, generi ed età.


Urban Phygital Lab
si confronta con The New European Bauhaus (NEB) sui valori :

VALORI NEB (ESTETICA E QUALITÀ DELL’ESPERIENZA OLTRE LA FUNZIONALITÀ)
Il progetto ha un focus importante sulla creatività come strumento di rigenerazione urbana: i giovani partecipanti sono supportati da artisti digitali per ideare e creare opere d’arte che esprimono le loro idee/bisogni e visioni di rigenerazione dei loro quartieri, per renderli un posto migliore in cui vivere.
Questo significa anche portare la bellezza negli spazi dove questa è più necessaria.
L’estetica nutre e abbraccia l’intero processo:
– come processo educativo dove la bellezza è un linguaggio per imparare e comunicare con l’altro, diventando anche una prospettiva per vedere le cose in modo diverso, per portare la bellezza nella vita dei giovani in modo che possano vedere il futuro dei loro luoghi con occhi nuovi
– come processo artistico per creare progetti, idee, oggetti – i giovani partecipanti lavoreranno con artisti digitali che li guideranno attraverso linguaggi e strumenti digitali per alimentare la creatività
– come allestimento finale di una vetrina che presenterà le opere ai cittadini.

VALORI NEB IN TERMINI DI INCLUSIVITÀ
Il progetto è dedicato ai giovani, dando priorità a quelli che vivono in contesti a rischio di esclusione sociale (povertà, immigrazione, esclusione di genere..). Provengono da due quartieri complessi di Milano:
Porta Venezia è uno dei più multietnici di Milano con diverse comunità: Italiana, Africana, Latinoamericana. Porta Venezia è il quartiere simbolo della diversità, essendo anche un hotspot LGTB che lo rende trendy, esuberante, vibrante, con una vivace vita notturna. Uno dei punti di riferimento del quartiere è Piazza Oberdan, dove si trova il centro MEET. Nonostante le recenti rigenerazioni è una zona a rischio di degrado, con problemi di spaccio di droga e bivacchi di senzatetto.
Il Corvetto è un quartiere periferico popolare e multietnico, con circa 70 etnie, che negli ultimi anni sta vivendo una lenta ma costante rigenerazione, tuttavia presenta anche elementi di fragilità. Oltre al problema del degrado e dell’occupazione abusiva, sono frequenti episodi di criminalità, spaccio di droga e polarizzazione sociale.

VALORI  NEB IN TERMINI DI SOSTENIBILITÀ
La sostenibilità attraversa il progetto da tre prospettive:
In primo luogo, come uno dei temi su cui i ragazzi coinvolti speculano nel processo creativo, per esempio riflettendo su come migliorare la qualità dell’aria e l’uso degli spazi verdi e delle risorse nei 2 quartieri coinvolti;
In secondo luogo, valorizzare un progetto/evento esistente – finanziato dal Ministero dei Beni Culturali italiano – che è molto coerente con il Nuovo Bauhaus Europeo e che non implica l’utilizzo di risorse/materiali/sforzi aggiuntivi; a tal proposito, il progetto coinvolge scuole e laboratori urbani dove sono già presenti gli strumenti digitali necessari alla preparazione della vetrina artistica AR e VR in modo da valorizzarli evitando il noleggio/acquisto di ulteriori strumenti digitali;
In terzo luogo, come prassi adottiamo nell’organizzazione delle attività, ad esempio organizzando i laboratori nel luogo in cui vivono i giovani partecipanti, evitando i trasporti, utilizzando materiali a bassa emissione di carbonio.

GLOBALE-LOCALE, TRANSDISCIPLINARE, PARTECIPATIVO

Il progetto ha un’alta componente interdisciplinare che fonde tecnologia, creatività/arte, rigenerazione urbana e stakeholder correlati. Il processo di co-creazione di 6 mesi alla base della vetrina finale – proposta come mostra locale del NEB Festival – ha coinvolto giovani, insegnanti, creativi digitali, tecnici, associazioni locali, autorità locali, cittadini. Durante la prima fase del progetto, il gruppo di giovani coinvolti, supportato dai facilitatori di MEET e dagli insegnanti, ha attraversato insieme i quartieri, intervistando i cittadini, le associazioni di quartiere, i rappresentanti del comune e il laboratorio di quartiere, per raccogliere richieste e idee di rigenerazione urbana. Poi, lavorando insieme al creativo digitale hanno tradotto le idee in opere d’arte AR/VR.

Riconquistare il senso di appartenenza
La mostra è il risultato della riflessione fatta dai giovani abitanti. Andando in giro per le strade, scattando foto e interviste, vivendo gli spazi con occhi nuovi, hanno avuto l’opportunità di riappropriarsi dei loro quartieri, portando le idee nel mondo virtuale come uno spazio per sperimentare e impattare sulla realtà.

Dare priorità ai luoghi
I giovani di quartieri complessi hanno bisogno di spazi che li facciano sentire come loro, dove possano interagire e sentirsi sicuri. I n questo modo, i quartieri a rischio di degrado possono trovare nuovi modi di bellezza e benessere, e allo stesso tempo i giovani abitanti possono trovare spazi dove vivere la loro adolescenza in modo più sereno e consapevole.

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