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The Divers VI – Sophie Kahn

Cosa succede al corpo umano quando viene digitalizzato e trasmesso in altri spazi? Questa è la domanda che pone l’artista digitale Sophie Kahn. Kahn, di origine australiana, da tempo opera nella scansione di corpi e nella creazione di sculture stampate in 3D da frammenti di dati di scansioni corporee. Nella sua pratica artistica si occupa spesso delle idee di morte e tecnologia ed è incuriosita dai modi in cui lo scanner 3D fallisce nell’impresa di “catturare” la forma umana. Sophie Kahn conosce anche in modo approfondito la storia delle rappresentazioni e riproduzioni del corpo femminile nel tempo. I suoi lavori precedenti hanno esplorato le storie mediche e psichiatriche e i modi talvolta violenti in cui le tecnologie di imaging sono state utilizzate per catturare i corpi dei pazienti.

Per Divers VI, Kahn ha lavorato con ballerini Butoh al Pioneer Works di Brooklyn. Ha insegnato ai ballerini semplicemente a cadere mentre li scansiona, quindi ha invertito e scolpito i risultati per cancellare gli effetti della gravità. I corpi quasi senza peso che ne derivano ruotano e galleggiano in uno spazio vuoto. I loro corpi sono stati smaterializzati, alterati, trasmessi e ricreati. Questa caduta fa parte di un particolare tipo di allenamento Butoh per i ballerini. Kahn ha notato che spesso in queste “cadute di pratica” i ballerini subivano lividi o graffi. Consapevole di questo fatto si è interessata al modo in cui una stampante scannerizzata 3D potesse catturare questi atti e come le figure risultanti esistessero nello spazio digitale. Come dice l’artista, “La mia tavolozza cupa, il bassorilievo in stile lapide e la scala monumentale dei corpi virtuali richiamano le sculture cimiteriali; le figure che creo esistono in un purgatorio digitale, i loro avatar smaterializzati fluttuano in uno strano, nuovo spazio”.

Il lavoro di Kahn esiste in un nuovo contesto definito dall’artista Claudia Hart come “post-fotografia”, in cui gli artisti lavorano in modo critico con le nuove tecnologie di imaging 3D che sono state progettate per creare copie virtuali perfette del corpo. Kahn abbraccia i fallimenti della tecnologia nel riprodurre il corpo umano imperfetto e instabile e allude, accenna alle risonanze emotive involontarie delle forme risultanti.

In questa mostra, Sophie Kahn presenta due delle sculture di danza della serie intrecciate su scala monumentale. È difficile dire se stanno cadendo o come vengono supportati in questa rappresentazione virtuale. Nel frattempo, sotto di loro, le forme si astraggono, mentre a distanza i loro corpi si cristallizzano in qualcosa di più grande della vita e tuttavia attinto da essa.

The exhibition Synthetic Corpo-Reality

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