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Meet the Media Guru in TOUR: Paolo Iabichino

Paolo Iabichino – creativo, pubblicitario, docente di un master post laurea di advertising presso la Scuola Politecnica di design di Milano – è stato il protagonista di una nuova edizione in TOUR di Meet the Media Guru.

Dopo il Digifest a Toronto e dopo la grande serata milanese al Teatro Dal Verme con John Lasseter, ospite d’eccezione, Meet the Media Guru prosegue il suo viaggio verso Firenze.
1 e 2 dicembre, negli spazi della Stazione Leopolda, è stata la volta di BTO (Buy Tourism Online), la duegiorni di convegni, incontri e analisi sulle nuove forme di turismo giunta quest’anno alla sua IV Edizione consecutiva.
Marketing territoriale, social commerce, gruppi d’acquisto online, app e mobile come nuovi strumenti per predisporre un’esperienza di viaggio sono solo alcuni dei temi trattati nel programma scientifico di BTO 2011.
Meet the Media Guru è stato invitato ed è stato presente nelle voci di Paolo Iabichino e Maria Grazia Mattei, nella sorprendente creative bomb che insieme hanno innescato.
Paolo, aka Iabicus – oltre che docente, direttore creativo di OgilvyOne, OgilvyAction & Ogilvy Interactive, e autore di Invertising – al rientro dal tour fiorentino ci racconta la sua riflessione in un “post” evento…

 

Un post si scrive dopo. Appunto.

di Paolo Iabichino

 

I post bisogna scriverli dopo, secondo me.
Altrimenti non si chiamerebbero così.

Perché è solo dopo che puoi dire a chi legge cos’è successo davvero, prima è solo una segnalazione, una forma di pubblicità, un’indicazione, un consiglio, un’informazione.
Se scrivi dopo invece, puoi metterci dentro le sensazioni, le reazioni, gli stati d’animo e il post acquista un senso diverso. Le parole anche.

Sono sul treno che mi riporta da Firenze a Milano, e scrivo questo post dopo, appunto, aver partecipato all’edizione speciale di Meet the Media Guru, ospitata all’interno del quarto appuntamento Buy Tourism Online.

La BTO è sicuramente il più autorevole e prestigioso appuntamento per gli operatori del turismo, ha una rilevanza che supera i confini nazionali, e quest’anno ha chiesto a Maria Grazia Mattei di portare il suo MtMG in quel di Firenze.

Solo ieri io e Maria Grazia eravamo insieme su questo stesso treno che andava in direzione contraria. Un treno veloce tagliava la nebbia lombarda ed emiliana e poi attraversando gli Appennini è arrivato il silenzio dei nostri iPhone e dei nostri Blackberry. Non so perché, ma mentre noi si parlava quest’associazione è arrivata fortissima e quel viaggio mi è sembrato lo specchio metaforico dei nostri discorsi.

La tecnologia ci spinge sempre più velocemente, spesso siamo immersi dentro nebbie che non sappiamo diradare e solo il silenzio può far emergere la necessaria comunione di umanità e tecnologia. Ecco, per un istante il nostro viaggio in treno è diventato la perfetta proiezione delle nostre riflessioni e dei temi che il giorno dopo avremmo portato alla nostra platea.

E sono i temi che ho appena raccontato a quasi 200 persone, accampate in una saletta inospitale e decisamente lontana dagli standard MtMG, ma meglio così. È servito a ridimensionare le aspettative, ché l’ultimo speaker di MtMG è stato un certo John Lasseter e serviva ricordare al mio ego che c’è una Pixar di differenza tra me e lui.

Ma entrambi abbiamo a che fare con le idee e forse basta questo a convincere Maria Grazia Mattei che si possa parlare di creatività lontano da Milano, ospiti di Buy Tourism Online, una manifestazione che nel nome esprime tutto il suo portato tecno-razionalista: il turismo “si compra online” e ogni anno si sforza di insegnare agli addetti ai lavori come venderlo questo turismo in Rete.

E allora noi ci siamo divertiti a provocare una riflessione, partendo proprio dal nome della manifestazione che ci siamo ritrovati a manipolare, prima di innescare la nostra “Creative Bomb”.

Perché in poco meno di un’ora abbiamo invitato i nostri spettatori a dimenticarsi Google, gli algoritmi dei motori di ricerca, le recensioni online, i blog e i trip advisor.

E poi, abbiamo investito la nostra platea con idee, spunti, creatività prese a prestito dal mondo fuori. Solo e soltanto attività di comunicazione turistica, realizzate fuori dalla Rete, sul territorio o attraverso i media tradizionali. A dimostrare che solo le idee sono capaci di raccontare una storia. Non gli algoritmi.

Idee, come quelle qui sopra non si drogano di seo e sem e affidano alla sola creatività la forza del loro messaggio. Senza stereotipi e cartoline. Non usano la Rete. Ma il coraggio, l’amore e la passione, l’intuito.

Non possiamo più permetterci di considerare il turismo come qualcosa che si compra online. In BTO quest’anno molta parte degli interventi avevano dentro il fattore umano come killer application. Si è parlato di rilevanza, di storytelling, di umanità.

E vuoi vedere che la formula segreta è custodita proprio nella parola turismo? Come nei migliori romanzi gialli, la soluzione è davanti agli occhi di tutti, ma pochi riescono a vederla.
Ché l’etimo di turismo si rifà al latino tornus, tornio, che è sì girare, ma anche tornare.

Forse adesso che abbiamo capito come vendere il turismo online, possiamo concentrarci sul significato originario della parola e dedicarci a farli ritornare i nostri viaggiatori.

Che girano, girano e girano, ma tornano anche, se convinti da una storia, da un’emozione e dalle nostre idee. Non da un motore di ricerca.

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