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Il Guru finale: una festa critica

Ieri abbiamo sfidato la partita della nazionale e il concerto di Madonna con l’ultimo Guru prima della pausa estiva: Geert Lovink.
Una serata all’insegna di riflessioni critiche e provocazioni nei confronti di una rete che alcuni vogliono rendere sempre più “sistema”, privandola dell’assoluto grado di libertà che, dai suoi albori, la caratterizza.

Lovink non è solo uno studioso e un teorico, è un mediattivista, è stato un pioniere di Internet e del suo uso come strumento critico, di pensiero, di dibattito politico. Ecco perché oggi – e nel suo ultimo libro Ossessioni Collettive – Critica dei social media – controbatte a realtà multinazionali e assolutiste come Facebook, Twitter e gli altri colossi della Silicon Valley.
Un punto di vista europeo, diverso da altri che – nel corso dell’anno – abbiamo ospitato, un punto di vista che porta con sé, dentro di sé, la radice del pessimismo europeo: quella che scatena la protesta, che accende le riflessioni e cerca le alternative allo “star system” dei social network.

La rete è così libera, è così composta da nodi, che il decentramento e la distribuzione del potere e dell’informazione sono quasi un obbligo. E quindi perché rinchiuderci volontariamente solo nelle piattaforme mainstream? Quanto altro è possibile in questo luogo senza confini di pensiero?
Tra tutto il mainstream, Lovink salva Wikipedia e alla domanda proposta dalla chat, se «contribuisce a Wikipiedia», ha risposto di avere un account e di dare sempre ai suoi studenti il compito di scrivere una voce encicopledica per poi presentarla in aula. Il dibattito è stato acceso e ha scatenato reazioni opposte: gli ottimisti della rete da una parte, i romantici combattivi dall’altra.

Una cosa però è certa: nonostante gli Europei di calcio, l’ultimo appuntamento di Meet the Media Guru prima dell’estate è stato acceso, appassionato e intenso. In rete e in sala un grande livello di attenzione e di partecipazione: pubblici che conoscevano Lovink e il suo percorso, pubblici che non lo conoscevano, pubblici che non condividevano il suo pensiero.
Tutti insieme con tanto di brindisi finale per salutare il giardino della Mediateca Santa Teresa che anche quest’anno ha accolto le nostre “bombe creative” e le riflessioni sulla cultura digitale work in progress.

Ci vediamo a novembre, con Manuel Castells, quando, chissà, l’era web 2.0 sarà forse definitivamente finita e avrà lasciato il passo alla web semantica…

Grazie a tutti i Guristi per la presenza, la costanza e l’affetto! Potete ripercorrere qui lo Storify della serata, curato da Nicola Bruno di Effecinque.

 

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