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Digifest: i protagonisti del viaggio di Meet the Media Guru

I guru che intraprenderanno il viaggio verso Toronto con Meet the Media Guru:

  • Maurice Benayoun è un artista new-media francese i cui lavori includono, e spesso combinano, video, realtà virtuale immersiva, il Web, tecnologia wireless, performance, installazioni artistiche su larga scala ed esibizioni interattive. È il co-fondatore e direttore artistico del Centro di Ricerca CiTu (Création Interactive Transdisciplinaire Universitaire) dedicato alla ricerca e alla creazione nell’ambito delle diverse forme d’arte emergenti.
    I suoi lavori più recenti sviluppano l’idea di “critical fusion” che mixa finzione simbolica e realtà per rendere visibili i limiti del mondo reale. Indagando i limiti di ciò che definisce “architetture della comunicazione”, Maurice viene coinvolto in grandi mostre, eventi e progetti di architettura.
    Nel 2005 ha concepito e diretto la mostra Cosmopolis, Overwriting the City, un’installazione immersiva tra arte e scienza presentata nella cornice del French Year in Cina.
    Attualmente Benayoun è responsabile della mostra permanente presso l’Arco di Trionfo, a Parigi, nell’idea di trasferire il senso del monumento verso una riflessione sull’architettura simbolica.
  • Paolo Rosa è co-fondatore di Studio Azzurro, gruppo di ricerca artistica sul video e i nuovi linguaggi introdotti dalla tecnologia, attivo sulla scena milanese sin dagli anni ’80 e pioniere della sperimentazione sugli usi espressivi del digitale.
    Nel corso degli anni sviluppa un’interessante ricerca sulle attuali problematiche dell’interattività e del multimediale: attraverso gli “ambienti sensibili”, pensati per mostre e percorsi espositivi, le produzioni di Studio Azzurro raccontano contenuti, narrazioni, passaggi storici facendo “vivere” gli spazi e coinvolgendo il pubblico in momenti altamente partecipativi.
    Per il suo lavoro e la sua prospettiva avanguardistica, Paolo Rosa ha conseguito vari riconoscimenti, nazionali e internazionali, tra cui: Premio Alinovi 1995; Premio Quadriennale 1996; Gran Premio Transmediale di Berlino 1998.
  • Tom Igoe è professore associato per il programma di Telecomunicazioni Interattive alla NYU (New York University) e co-fondatore di Arduino, insieme a Massimo Banzi, Gianluca Martino, David Cuartielles e David Mellis.
    Arduino è una piattaforma elettronica con licenza open-source, basata su un semplice e flessibile meccanismo hardware e software e studiata per artisti, designer e ricercatori interessati a creare ambienti ed oggetti interattivi: un microchip che riceve input da una serie di sensori e che, in tal modo, è in grado di controllare e muovere oggetti, luci, motori.
    Nel 2006 questa tecnologia, frutto sinergico di intelligenze italiane ed estere, ha ottenuto la menzione onoraria nella sezione Digital Communities di Ars Electronica Prix.
    Tom Igoe, esperto di physical computing & networking, ha un background nel mondo del teatro in cui si è dedicato all’interazione fisica in performance live e con lo spazio pubblico. Ha spostato poi il suo asse di ricerca sulle pratiche per una vita ecosostenibile e sul ruolo che, in tal senso, può giocare lo sviluppo di sistemi hardware.
    Ha pubblicato due libri su questi temi: “Physical Computing” con Dan O’Sullivan e “Making Things Talk”. Collabora regolarmente con Make, rivista che raccoglie i DIY (Do It Yourself) projects più innovativi.
  • Rebecca Allen – “pioniera” della Computer Art – è un’artista internazionale i cui lavori spaziano tra scienza, movimento fisico, arte e tecnologia mescolando computer grafica 3D, videogame, video musicali, vita artificiale, interfacce multisensoriali, realtà virtuale.
    Ha collaborato con nomi noti del panorama dell’arte come Twyla Tharp, Peter Gabriel, Kraftwerk, Devo e La Fura dels Baus.
    È stata professoressa e direttrice fondatrice della UCLA Department of Design, Media Arts.
    Da sempre interessata alla “tecnocultura” come via per umanizzare la tecnologia, mantenendo verso di essa un atteggiamento critico, umano, Rebecca espone i suoi lavori nel mondo ed alcuni di questi sono parte della collezione permanente del Withney Museum a New York e del Centre George Pompidou a Parigi.
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