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La sostenibilità secondo MEET

Reduci dal grande successo della serata Exhibitionist con Guy Bigwood dedicata alla sostenibilità come valore per eventi e fiere e promossa da Fondazione Fiera con Meet the Media Guru, proviamo a sintetizzare il punto di vista di MEET su questo tema.

Per MEET, promuovere la sostenibilità è innanzitutto riprogettare il nostro modo di vivere a partire dalle opportunità che il digitale ci offre. A MEET siamo convinti che aumentare la cultura digitale di una comunità incrementi il benessere collettivo e, in un circolo virtuoso, i benefici che nascono dall’innovazione. Le città sembrano il terreno perfetto per sperimentare nuovi modelli. È qui che vive circa il 55% della popolazione mondiale e si prevede che nel 2050 le città ospiteranno il 70% dell’umanità.

A questo proposito è molto interessante il rapporto The World in 2050 dell’IIASA (International Institute for Applied Systems Analysis) in collaborazione con SDSN (Sustainable Development Solutions Network) e SRC (Stockholm Resilience Centre). Il progetto è nato a sostegno degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite. Li potete consultare qui.

Come si legge nel report: “I processi di innovazione e digitalizzazione del sistema paese e delle comunità locali toccano aspetti tecnologici, economici, sociali, etici, gestionali e logiche di cooperazione”. Tecnologia dunque, ma anche questioni sociali, culturali e persino etiche.

Per dirlo in altro modo, una Smart City sostenibile non può fare a meno di un sistema efficiente e pulito di trasporti e di raccolta rifiuti, di servizi sanitari di alta qualità, di accesso universale alla banda larga così come avviene per l’elettricità o l’acqua pulita, di processi che abilitino lo smart working riducendo la mobilità da lavoro e di sistemi avanzati di gestione dei big data. Oltre a tutto questo, una Smart City per essere tale ha bisogno di una Smart Community. Come si crea una Smart Community?

Secondo noi di MEET, è possibile farlo mettendo a punto sistemi intelligenti che abilitino e promuovano interazione e di inclusione sociale. La competenza che entra in gioco è essenzialmente il design, nel più ampio senso di progettazione. Progettando bene  le tecnologie e il digitale diventano risorse per abilitare partecipazione e condivisione, in senso lato benessere sociale, come mai prima d’ora è stato possibile. Per avviare queste dinamiche serve una governance risoluta capace di avviare processi di comprensione e consapevolezza sulla Digital Revolution. È esattamente questo il ruolo di MEET: farsi agente di una Digital Literacy non nozionistica, ma olistica in collaborazione con policy maker, associazioni e imprese del territorio.

La foto d’apertura è relativa all’incontro Meet the Media Guru con John Thackara (credit: Martina Acquistapace)

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