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Baby Yoda e i suoi fratelli: quando l’animazione è virale

Baby Yoda, “The Mandalorian” (2019) Chapter 2 Photo Credit: Lucasfilm Ltd / The Hollywood Archive

Nel mercato dello streaming digitale – popolato di competitor agguerriti come Netflix e Amazon Prime Video – è arrivata Disney+, la nuova piattaforma lanciata lo scorso novembre negli Stati Uniti con un vero e proprio asso: The Mandalorian: prima serie in live-action del mondo Star Wars, creata da Jon Favreau e prodotta da Lucasfilm.

Senza ombra di dubbio il personaggio che più di tutti ha conquistato il cuore delle web community diventando subito virale, è Baby Yoda. Da Reddit a Instagram ovunque spuntano meme, gifs e animazioni che riguardano la version enfant e tenerosa del (futuro) Gran Maestro dell’Ordine Jedi.

Archiviata il primo girato nel quale Baby Yoda era una sorta di marionetta animatronica mossa da un team, si è deciso di sostuire il “pupazzo” con un’immagine digitale ritenuta più verosimile (il che ha fatto molto arrabbiare il regista Werner Herzog, ma questa è un’altra storia…).

Il processo si è svolto così: si è partiti dall’ideazione di un concept esistente, sviluppato graficamente in un secondo momento da Christian Alzmann che, in passato, aveva già realizzato alcuni concept per vari personaggi della saga Star Wars tra cui Kylo. Nel caso specifico, Baby Yoda è stato creato, guidato e animato mescolando Animatronica e Computer Generated Imagery (CGI).

Ma cos’è effettivamente la Computer-Generated Imagery?

È un’applicazione nell’ambito della computer grafica 3D usato per la resa e la massimizzazione degli effetti speciali tramite un primo step di vettorializzazione che trasforma le immagini digitalizzate da bidimensionali a tridimensionali.

Per capire meglio di cosa stiamo parlando occorre riavvolgere il nastro e ripartire da quel classico dell’animazione digitale che è Toy Story – Il mondo dei giocattoli.

Toy Story è il primo lungometraggio della storia del cinema realizzato completamente al computer e in CGI. Prodotto da Pixar – della cui storia MEET si è molto occupato: puoi leggere di più qui e qui – Toy Story è uscito nel 1996 incassando il plauso unanime della critica e più di 360 milioni di dollari tanto da essere inserito dal New York Times nella lista dei 100 miglior film di sempre.

La regia è stata affidata a John Lasseter che, nel 2011 a Milano, ha tenuto un’affollatissima lecture a Meet the Media Guru nel corso del quale ha ripercorso processi e modalità di lavoro di una “bottega rinascimentale digitale”. Guarda il video.
Per la realizzazione di questo progetto è stato impiegato un team di 27 animatori che creò più di 400 modelli grafici digitali serviti in un secondo momento per la conversione animata al computer.

Il CGI è stato adottato da Pixar anche per altri blockbuster. Qualche titolo? Ratatouille e Frozen (anche Frozen II – Il segreto di Arendelle, naturalmente).

Per Ratatouille gli animatori hanno creato in forma digitale al computer circa 270 piatti diversi, ciascuno dei quali è stato realmente preparato in una vera cucina. A Parigi i programmatori hanno scattato circa 4500 fotografie per ricreare il più fedelmente possibile le ambientazioni della città.

Per Frozen la sfida è stata ancora più ardua: solo per dettagliare alcune zone del rendering per la creazione della neve ci sono voluti più di cinque diverse fasi di lavoro.
Il team di animatori ha contato più di 60 componenti: il processo è iniziato anni prima con l’aiuto di un acting coach che ha aiutato la squadra a studiare ogni singolo personaggio della storia:  scoprendo chi sono, le loro storie, lavorando con i doppiatori per una resa più che impeccabile. Le pianure innevate del Wyoming e i fiordi ghiacciati norvegesi sono stati d’ispirazione per la creazione dei paesaggi del film.

Se già oggi i film d’animazione che guardiamo superano di gran lunga le aspettative (lasciandoci a bocca aperta), in futuro è ragionevole attendersi animazioni ancora più “WOW”. Tutto questo è indubbiamente reso possibile da tecnologie digitali sempre più potenti, ma la cura del dettaglio e l’immaginazione umana sono la vera forza propulsiva di questi processi creativi. Dietro alle magie in cui ci immergiamo nel buio della sala o nel salotto di casa, c’è team di professionisti che “gioca” con le potenzialità illimitate che il digitale ci offre.

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