Evento
The New Atlas of Digital Art 2025: Immersive frontiers
Immersive Frontiers, le frontiere dell’immersività. Il tema scelto per il sesto The New Atlas of Digital Art 2025 è una call alla comunità internazionale per due giorni di condivisioni, esperienze e workshop, un’esplorazione critica delle forme di fruizione e mediazione culturale, di esperienze entertainment e, naturalmente, di arte.
Tutti gli spazi di MEET saranno abitati da The New Atlas of Digital Arts 2025. Il theater con i panel internazionali, la sala immersiva con la mostra The Golden Key di Marc Da Costa e Matthew Niederhauser, le Gallerie con la Promptitude di Jean-Michel Jarre e il piano terra con le VR/XR experiences coordinate da Metagate.
Atlas 2025 si articola in tre nuclei tematici, popolati da teorici e practitioners dell’avanguardia internazionale, che esaminano le nuove relazioni tra percezione, cognizione e mediazione culturale. Un laboratorio di pensiero per professionisti interessati agli aspetti tecnici e alle trasformazioni concettuali che sottendono l’evoluzione della creatività nell’era digitale.
Immersività: nuove frontiere narrative
La prima sessione dell’Atlas 2025 offre una visione d’insieme sullo stato attuale e le prospettive future delle tecnologie immersive. Questo panel esplora come l’immersività stia evolvendo da semplice innovazione tecnologica a linguaggio espressivo maturo, capace di ridefinire il rapporto tra creatore, opera e pubblico.
Tra i panelist di questa sessione ci sarà Jeffrey Schnapp, ricercatore delle digital humanities e teorico delle nuove forme di narrazione immersiva. Accanto a lui, Mathieu Gayet racconterà come le tecnologie immersive danno forma a narrazioni collettive all’interno di musei, festival e spazi urbani. Jenny Thibault di SAT (Société des Arts Technologiques) di Montreal illustra come le tecnologie immersive stiano ridefinendo lo spazio performativo contemporaneo.
Musei, archivi e patrimonio culturale: AI e immersività al servizio della mediazione culturale
La seconda area tematica si concentra sulle istituzioni culturali e su come utilizzano l’intelligenza artificiale e le tecnologie immersive per trasformare la conservazione, l’interpretazione e la fruizione del patrimonio. Questa sessione affronta la duplice sfida di “educare” il digitale ai contenuti culturali e, parallelamente, di utilizzare le tecnologie emergenti per innovare le modalità di accesso e valorizzazione della cultura.
Candice Chenu, head of digital cultural project and cultural private event di Fondation Louis Vuitton porta la case history dell’esperienza immersiva sull’architetto Frank O. Ghery e dell’app Fondation Louis Vuitton come mediatore culturale intelligente.
In questo panel troviamo anche Rasa Bočyté del Sound and Vision Museum dei Paesi Bassi, istituzione all’avanguardia nell’uso dell’AI per la preservazione e valorizzazione degli archivi audiovisivi. Il contributo italiano è rappresentato da Mauro Martino, artista e ricercatore nel campo della visualizzazione dati e dell’AI generativa applicata al patrimonio culturale. Insieme dimostrano come l’intelligenza artificiale “fa rivivere” gli archivi e crea nuove forme di mediazione culturale che ampliano, piuttosto che sostituire, il ruolo della creatività individuale nell’interpretazione del patrimonio.
Partecipa a questo panel anche Veronika Liebl di Ars Electronica, una delle più influenti esperienze internazionali sui temi dell’arte in relazione alla tecnologia e alla società.
Distribuzione e nuovi modelli economici
La terza area tematica si concentra sull’impatto dell’immersività e dell’AI sui modelli di produzione, distribuzione ed economie dei contenuti culturali. La tecnologia ridefinisce l’intera catena del valore, questa sessione esplora le nuove opportunità economiche e i cambiamenti strutturali nel mondo della comunicazione, dello spettacolo e dell’intrattenimento.
Il panel include Agata Di Tommaso di Diversion Cinema, pioniera nella distribuzione di contenuti VR e immersivi, che esplorerà i nuovi canali e modelli di fruizione per queste esperienze.
Luke Kemp del Barbican di Londra porta la propria esperienza nella gestione di uno dei centri culturali più innovativi d’Europa, che da anni propone modelli ibridi di offerta culturale. Insieme, questi esperti analizzeranno come l’interconnessione in real-time e l’integrazione dell’AI nei processi creativi stiano generando nuovi paradigmi economici e produttivi.
Completa il panel Rachel Parent di Hub Montreal, piattaforma di innovazione per le industrie creative.
The new Atlas of Digital Art 2025: le mostre e i lab
Due mostre attraversano l’Atlas ampliando la riflessione sull’immersività e sul ruolo dell’intelligenza artificiale come strumento co-creativo nell’arte:
Promptitude, di Jean-Michel Jarre e The Golden Key, di Marc Da Costa e Matthew Niederhauser
Due esperienze diverse da due mondi espressivi che si completano grazie alle differenti prospettive. Da una parte l’immersività e l’IA come strumento di rigenerazione culturale collettivo capace di unificare il racconto umano nel dialogo fra la realtà contemporanea e i miti millenari. Dall’altra l’attitudine audace e istintiva di Jean-Michel Jarre, che per la prima volta si cimenta in una mostra d’arte visiva. Un lavoro, quello del musicista francese, che ripercorre il suo immaginario insieme all’intelligenza artificiale per comporre 19 ritratti di creature ibride. E chiedendo infine all’AI di dargli un titolo e una breve descrizione, con risultati poetici, scintille di autoconsapevolezza condivisa fra uomo e macchina.
Il piano terra di MEET durante l’ATLAS 2025 sarà animato per due giorni dal programma di lab, contest e workshop e arte di Metagate, in collaborazione con l’artista Emanuele Dascanio, Sara Calandra e il collettivo Nebula.