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Open Call n.5 | Machine sapiens and the city

Come possiamo potenziare il potere oracolare dell’Intelligenza Artificiale per rivelare i bisogni e i desideri della città e tradurli in possibili soluzioni euristiche di governance che possano migliorare il suo benessere e la sua resilienza?


Questa residenza ci sfida a riflettere sul concetto di città nell’era del Koinocene: una nuova era di interconnessione tra esseri umani, altre forme di vita ed enti non viventi, tra cui l’IA. L’Intelligenza Artificiale come rilevatore di memorie e desideri collettivi con il potenziale di immaginare nuove forme di benessere per la città. Potrebbe essere la città di Milano o qualsiasi altra metropoli che si interroga su se stessa e sul sogno di Italo Calvino delle città invisibili o sottili, un sogno che nasce dal cuore di città ingiuste che potrebbero diventare visibili e felici grazie alle intuizioni fornite dall’IA. “Le città sono una raccolta di molte cose: di memoria, di desideri, di segni di un linguaggio; le città sono luoghi di scambio, come tutti i libri sulla storia dell’economia spiegano, ma questi scambi non sono solo scambi di merci, sono scambi di parole, di desideri, di memorie… Vogliamo rivelare città felici che continuamente prendono forma e scompaiono, nascoste in città infelici.” (Italo Calvino, Le città invisibili)

Tuttavia, sorge la domanda: cosa ha a che fare l’IA con il sogno di Italo Calvino? Secondo Martin Heidegger, l’IA non “ha un mondo” né una percezione della realtà che possa essere simulata o vicina alla percezione umana. Possiamo dire che l’IA ha un linguaggio? Sebbene il suo linguaggio potrebbe non avere qualità semantiche ma pendere più verso modelli statistici, la macchina attiva comunque processi cognitivi diversi da quello umano, sebbene misteriosi in alcuni modi. Mentre le macchine che addestriamo sono in allucinazione, stanno potenziando la nostra umanità o in qualche modo riducendo la nostra agenzia rispetto alla nostra intelligenza? La macchina, attraverso la sua specifica percezione e rappresentazione dei dati, potrebbe aiutarci a rivelare quello che la città pensa e sente da un’altra prospettiva che ignoriamo e che è sicuramente “altro”, anche se continuiamo a chiamarlo intelligenza.

Ci piacerebbe immaginare che attraverso questa diversa prospettiva, l’IA potrebbe facilitare la comunicazione di una moltitudine di dati ai cittadini e ai responsabili politici, per aiutare a migliorare le politiche per un benessere diffuso: dalla qualità dell’aria, alle relazioni sociali, alla valorizzazione delle risorse interculturali e interdisciplinari, alla lotta contro le disuguaglianze, e perché no, dalla semplificazione dei processi alla mobilità sostenibile e alla collettività. L’obiettivo è quello sperimentare per realizzare la visione del Nuovo Bauhaus Europeo di città più sostenibili, più inclusive, più belle.

Qual è il ruolo dell’uomo e della sua intelligenza in tutto questo? Si presentano scenari diversi, che vanno dalla necessità di regolamentare e controllare l’IA all’atto di dare fiducia ad essa, conferendole quasi abilità magiche come risolutore di problemi – un ruolo che noi stessi abbiamo faticato a soddisfare? L’IA può essere un mediatore e un interprete tra il linguaggio della natura e il linguaggio degli esseri umani? In termini di velocità evolutiva e di capacità di elaborare enormi quantità di dati, l’IA può essere una risorsa preziosa, ma può anche condurre alla decostruzione e ricostruzione della città, perseguendo un sogno di superare la crisi della città di oggi, riscoprendo “le ragioni segrete che hanno portato gli uomini alle città, ragioni che potrebbero essere valide oltre ogni crisi” (Italo Calvino, Le città invisibili).

L’artista è invitato a co-creare con l’IA per immaginare e rivelare possibili città invisibili che chiedono di essere rese visibili e felici.


La residenza è sostenuta da istituzioni di ricerca e ricercatori che si occupano di dati, intelligenza artificiale e supercalcolo con sede nella regione Lombardia e nel nord Italia. MEET supporterà l’artista nell’accedere e utilizzare tutti i dati aperti del Comune di Milano. L’artista sarà inoltre supportato da ETT S.p.A. per consulenze tecnologiche.

Cerchiamo artisti che abbiano esperienza con sistemi di intelligenza artificiale e arte digitale. La residenza è ospitata da MEET a Milano e si prevede che l’artista sia presente a Milano in modo regolare e dovrebbe includere le spese di viaggio nei piani di bilancio. MEET coordinerà la presenza dell’artista presso l’istituzione co-ospitante e metterà a disposizione dell’artista il Creative Studio e l’Immersive Room per la prototipazione audiovisiva e immersiva. La residenza è accompagnata da un programma pubblico che coinvolgerà molteplici stakeholder, dai cittadini e il settore pubblico agli attori della ricerca e dell’industria, per identificare le esigenze complessive e aumentare l’impegno collettivo.

Gli artisti selezionati avranno l’opportunità di guidare eventi pubblici (attraverso workshop, tavole rotonde, ecc.) con il supporto di MEET. Ci si aspetta che l’artista presenti il prototipo in 2 eventi organizzati dal Centro MEET Milano e/o dai partner di ricerca locali. Ci si aspetta che l’artista presenti un risultato presentabile alla fine della residenza sotto forma di prototipo di arte digitale AI. MEET organizzerà una rassegna locale a marzo 2024, in collaborazione con l’istituzione co-ospitante, garantendo la presenza dell’artista. Inoltre, l’artista verrà invitato a partecipare all’Atlas of Digital Art annuale, previsto per giugno 2024.

La LEG network è un gruppo interdisciplinare che include rappresentanti delle autorità locali (Regione Lombardia, Città Metropolitana di Milano), aziende (ETT), università e centri di ricerca (Politecnico Milano, Grenoble Business School, Area Science Park), artisti e curatori (Casa degli Artisti, Fare Arte Milano).

 

Per approfondimenti, qui il link alla Open Call n.5 sul sito di S+T+ARTS

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