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Bookmark! In vacanza dalla tecnologia

#Unplug

La storia è di quelle che meritano di essere lette. Non solo perché il protagonista è Baratunde Thurston, digital director di The Onion, ritenuto una delle persone più connesse al mondo (e quindi se c’è riuscito lui…). Ma anche perché si avvicina l’estate e offre molti consigli pratici per riuscire a non essere più schiavi, ma utilizzatori consapevoli dei gadget tecnologici che ci circondano. La si trova sull’ultimo numero del magazine Fast Company ed è la cronaca dettagliata di 25 giorni senza social media.

unplug

Immagine di copertina di luglio-agosto 2013 di Fast Company

Come un avido fumatore che per riuscire a smettere deve darsi regole precise, anche Baratunde Thurston ha realizzato una check-list che gli ha permesso di staccare da email, social network, messaggi sul telefonino e quant’altro (restando comunque reperibile in caso di comunicazioni davvero importanti).

1) Programma vacanza
2) Manda un alert a tutti i colleghi importanti (in questo modo non si ricorderanno all’ultimo istante di quel progetto importante…)
3) Avvisa chiunque con una email la settimana prima (magari prima sui social network poi via email)
4) Avvisa di nuovo tutti il giorno stesso in cui stacchi
5) Spegni tutte le notifiche automatiche dal cellulare
6) Predisponi il messaggio di risposta automatica per l’email (specificando che non risponderai a nessuna richiesta e lasciando un numero per le emergenze)
7) Predisponi i social network (ad esempio con un’immagine evocativa utilizzata sulle foto dei profili social)
8) Stabilisci le eccezioni di emergenza (in maniera chiara, di modo che ti può contattare chi davvero ha bisogno)
9) Tira un respiro forte…

Le regole sono importanti, anche perché dice Baratunde

I social media sono come aerei progettati per volare perpetuamente. Chiunque vuole scendere deve segnalarlo in tutti i modi prima di tentare un atterraggio di emergenza.

Sempre sull’ultimo numero di Fast Company c’è un interessante articolo che spiega perché dovremo staccare ogni 90 minuti per almeno 20 minuti, per rispettare il nostro ritmo ultradiano (ciclo presente sia quando dormiamo che quando siamo svegli) e così essere più produttivi.

 

#Instagram

La notizia è stata salutata con le fanfare delle notizie hi-tech di cui tutti parlano. Anche se si tratta solo dell’introduzione di una nuova funzionalità di video-registrazione su Instagram. Niente che possa cambiare le nostre vite in maniera radicale…

Credits: New Yorker

Credits: New Yorker

Vi segnaliamo, comunque, tre articoli interessanti sui video sbarcati su Instagram.
Il primo è della webzine Quartz che spiega cosa c’è dietro la scelta dei 15 secondi come limite massimo per la registrazione (su Vine è 6 secondi). Uno dei motivi principali è la pubblicità: le inserzioni televisive negli Usa hanno infatti questa durata. Gli investitori possono quindi realizzare pubblicità della stessa durata sia per la tv (che resta il canale preferito per gli inserzionisti) che per i social media.

Il secondo è di Slate e analizza l’attacco dei cloni nel mondo dei social media: tutte le compagnie realizzano servizi simili e nessuno spinge davvero sull’innovazione.

Il terzo è del New Yorker e ci fa riflettere sulla colonizzazione di ogni singolo aspetto della nostra vita quotidiana da parte dei social media.

 

#Infografica

Si possono raccontare 13.8 miliardi di storia dell’universo in un breve video? Sì se, come ci ha spiegato Alberto Cairo a un recente incontro di Exhibitionist, si hanno le idee chiare sulla storia che si vuole raccontare e si decide di utilizzare il linguaggio visivo delle infografiche. Come fa questo video-teaser di The Infographic History of the World, libro-catalogo da poco uscito (gli autori sono James Ball, data-journalist di The Guardian, e Valentina D’Efilippo, designer multimediale) che racconta tutta la storia del mondo attraverso centinaia di infografiche.

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