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Pensare oltre i pixel e gli schermi

“My battle is against pixels empire! I’ve been fight against it for almost 20 years!” Questo è il grido di battaglia che Hiroshi Ishii, protagonista del prossimo appuntamento Meet the Media Guru,  innalza dai laboratori del MIT per ribaltare un sistema di comunicazione che si svolge, ancora, dietro uno schermo e senza possibilità d’interazione cinestetiche.

Ishii ritiene che sia necessario pensare “oltre lo schermo”, e trovare un modo per far interagire le persone con la tecnologia in modo più efficace e diretto: una via è coinvolgere il corpo e la sperimentazione sensoriale. Se tutto è pixel, e dunque intangibile, è come se le informazioni sullo schermo si trovassero in fondo al mare: le puoi vedere, ma non toccare. Il lavoro di Ishii si focalizza sul portare le informazioni “sulla superficie dell’acqua”, rendendole tangibili.

You are not touching information, just surface on a screen.

A Meet the Media Guru, Ishii porterà questa sua visione, facendoci scorgere le evoluzioni dei prossimi 100 anni.

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Potete avere un primo assaggio di questa visione pionieristica addentrandovi nella ricerca di Hiroshi Ishii e del suo Tangible Media Group e scoprendo che le sue fondamenta non sono costruite su basi esclusivamente tecnologiche ma trovano respiro nella spinta a dar forma espressiva e materica al mondo virtuale.

Come si possono incarnare le informazioni fisiche con i codici, in modo da poter utilizzare direttamente le mani per afferrare e “sentire” i dati?

Uno dei primi esempi è stato MusicBottles, installazione in cui la musica è prodotta aprendo e chiudendo i tappi di diverse bottiglie di vetro.

Passando alla manipolazione di un’altra forma d’arte, diamo un’occhiata a I/O Brush, un normale pennello che strofinato su oggetti del mondo reale ne “assorbe” colori, fantasie e texture con le quali dipingere su una grande tela digitale. Lo strumento ispira grandi e bambini a diventare creatori, rompendo i confini tra reale e virtuale poichè un mondo genera l’altro.

E se volessimo plasmare nuove forme o spostare oggetti connettendosi e collaborando con altre persone dislocate in spazi diversi?
In Physical Telepresence, si descrive il concetto di shape trasmission, proponendo tecniche di interazione per manipolare oggetti fisici remoti e rendere fisici i contenuti digitali condivisi.
Le braccia si moltiplicano e gli oggetti sembrano animarsi in uno scenario futurista dove, per creare, non è più necessaria né la compresenza fisica né la presenza reale dell’oggetto.

Ad essere rotte non sono però solo le barriere fisiche ma anche quelle tra i diversi devices. In Thaw lo smartphone agisce sia come interfaccia fisica sia come un aggiuntivo strato grafico che interagisce a seconda della prossimità e posizione con lo schermo del computer.

Nella visione di futuro di Hiroshi Ishii dati virtuali e reali si fondono per generare una sempre maggiore connessione tra l’uomo, le informazioni digitali e l’ambiente fisico.

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