Evento
Memory Coexistence: Where Time Converge
Da martedì a domenica
Lounge, Immersive Room, Gallery
Memory Coexistence nasce dall’esperienza pluriennale del City Digital Skin Art festival, un progetto che ha promosso una visione dell’arte digitale come grande evento partecipativo e collettivo, realizzato in diverse città di Asia ed Europa. Mentre il CDSA festival 2025 continua a portare l’arte digitale negli spazi pubblici urbani, utilizzando le superfici LED delle città – dal 1 al 5 ottobre sarà sugli schermi di Milano – Memory Coexistence sposta questa ricerca all’interno dello spazio museale, creando così un dialogo tra l’ambiente pubblico e quello istituzionale.
La mostra è quindi il frutto di questa esperienza pluriennale, che qui vive in una dimensione non pubblica ma ugualmente partecipativa. A partire dalla curatela. Yuelai Ruan, fondatore del CDSA festival, porta la visione artistica maturata in anni di sperimentazione nell’arte pubblica digitale. Susa Pop contribuisce con la sua esperienza in nuovi media e culture digitali, mentre Maria Grazia Mattei apporta la sua specializzazione in innovazione culturale e museografia contemporanea. Dominique Moulon, teorico delle arti digitali e del patrimonio immateriale, completa l’approccio curatoriale collaborativo.
La memoria come caposaldo antropologico nell’era tecnolgica
Memory Coexistence presenta opere provenienti da collettivi e artisti individuali.
Il grande numero delle opere esposte contribuisce ad amplificare la sensazione di poter sperimentare un immaginario comune attraverso gli strumenti tecnologici. C’è un dialogo sospeso ma evidente fra tutti i lavori dei collettivi e degli artisti internazionali coinvolti. Una conversazione che riguarda ciò che condividiamo in quanto esseri umani, al netto dei background culturali e psicologici. Non importa il dato anagrafico né quello geografico. Memory Coexistence è il tracciato visivo e sonoro di un’unica voce universale, quella umana. La tecnologia e i new media consentono di darle vita come mai prima è stato possibile.
La collettiva affronta il tema della memoria come uno dei capisaldi antropologici dell’era tecnologica. La tesi è che la memoria ha una dimensione molto privata, intima. Ma è anche un set universale, a cui si accede intuitivamente. Guardando le opere di Memory Coexistence lo stupore viene dal praticare concretamente l’universalità, cogliendo lampi di conoscenza e comprensione e condivisione nel lavoro di un’artista cinese come in quello di uno statunitense di origine sudamericana. Tutto riporta a una conversazione silenziosa a cui chiunque può partecipare.
Le quattro sezioni della rassegna
La narrazione curatoriale si divide in quattro sezioni.
La prima, “Risonanza sensoriale e memoria corporea”, mostra come il corpo memorizzi attraverso i sensi, con installazioni e opere che stimolano tatto, udito e vista.
La seconda, “Rigenerazione intelligente della memoria naturale”, esplora il rapporto tra memoria umana e natura, usando intelligenza artificiale per reinterpretare dati ambientali e biologici e creare nuove storie sul legame tra uomo e natura.
La terza sezione, “Costruzione della memoria storica e culturale”, si concentra su come le tecnologie digitali aiutino a conservare e rinnovare tradizioni e pratiche culturali, rendendole patrimonio delle future generazioni.
Infine, “Emozioni collettive attraverso la tecnologia” analizza come le nuove tecnologie favoriscano l’empatia e le connessioni tra le persone.