Close filters

Guru

Tipo di contenuto

Loading...

Searching...

Evento

Rising in the Plate Shift: resistere e fiorire

Taiwan è un’isola nata dalla collisione, modellata dalla pressione tettonica e stratificata da tensioni culturali, politiche ed emotive. In questo paesaggio di instabilità, emergere o fiorire non è mai un processo automatico. È una scelta deliberata, un atto di resilienza, creazione e presenza.

Rising in the Plate Shift, curata da Hsin-Chien Huang (leggi qui l’intervista all’autore), presenta sei opere in realtà virtuale, tre proiezioni immersive, un’opera video e una performance dal vivo, che mostrano come l’arte digitale affronta le tensioni specifiche del contesto taiwanese contemporaneo: l’erosione delle tradizioni culturali, la disconnessione sociale nell’era digitale, i conflitti geopolitici e la perdita di identità collettiva.

Anziché arrendersi al collasso, trasformano la pressione in immaginazione, la frattura in forma espressiva. L’arte diventa strumento di resistenza e rinnovamento, una voce che emerge dalle faglie geologiche, affermando che anche su terreno instabile la vita può ancora fiorire.

Immersive Room

Seasons

Hsin-Chien Huang, 2025

“Seasons” utilizza la struttura ciclica dei termini solari, l’antico sistema cinese che divide l’anno in 24 periodi di circa 15 giorni ciascuno, ognuno caratterizzato da specifici fenomeni naturali e dotato di nomi poetici come “Risveglio degli Insetti”, “Grani Pieni”, “Brina Bianca”, per ricomporre la continuità temporale contro la disgregazione moderna. Dove la modernità frammenta il tempo in scadenze, notifiche e produttività lineare, l’opera propone un ritorno alla ciclicità organica: il tempo come respirazione, non come freccia.

La collaborazione tra la pittura digitale di Huang e la poesia metaforica di Xian Yang crea un’esperienza sincronizzata dove immagini e parole evolvono fluidamente da un termine solare all’altro, permettendo al pubblico di sentire fisicamente i cambiamenti temporali attraverso transizioni organiche. L’opera adatta questo sistema continentale alla specificità insulare di Taiwan, creando un immaginario che riconnette l’isola alle sue radici culturali cinesi attraverso la riscoperta del tempo naturale. L’installazione immersiva invita a perdere la cognizione dell’orologio per ritrovare il ritmo vitale delle stagioni, proponendo un antidoto contemplativo all’alienazione temporale dell’era digitale.

Digital Deities: The Spirit of Restoration

Billy Yi-Chun Chang, Tzu-Chi Liu, Ke-Chen Lan, Chia-Hung Ho, 2025

Quest’opera fonde la tecnologia dell’intelligenza artificiale con l’iconografia tradizionale dei Door Gods, divinità protettrici che nella cultura taiwanese vengono tradizionalmente poste alle porte di casa per respingere spiriti maligni, demoni e sfortuna, rinnovate ogni Capodanno in un rituale di purificazione familiare. L’installazione utilizza la tecnologia AI twin per fondere il volto dell’utente con quello del Door God, creando una divinità protettiva personalizzata che affronta le nuove minacce dell’era digitale.

Digital Deities riconosce che mentre le minacce tradizionali (spiriti maligni, energie negative) persistono, l’era contemporanea genera nuove vulnerabilità che richiedono protezione spirituale evoluta: cyberbullismo, furto d’identità digitale, manipolazione online, isolamento sociale, sovraccarico informativo, ansie esistenziali legate al cambiamento climatico e all’instabilità geopolitica. La porta digitale diventa nuovo spazio liminale sacro dove l’utente può temporaneamente assumere potere protettivo divino, democratizzando l’accesso alla sacralità.

L’opera crea nuovi miti adeguati alla nostra era digitale, narrative che diano significato spirituale alla tecnologia, pur mantenendo il legame con la saggezza ancestrale attraverso la preservazione dell’iconografia tradizionale, della funzione protettiva e della ritualità della soglia. Suggerisce che la protezione spirituale autentica non risieda nella forma ma nell’intenzione, permettendo alla tradizione di adattarsi e rinnovarsi per servire le necessità contemporanee senza perdere la sua efficacia trasformativa.

Eternal Spring and Tiny Things

C.J. Sunny Yen, 2022

Le animazioni ad acquerello di Yen definiscono uno degli estremi dell’ambito temporale della mostra. Il polo della memoria, della nostalgia, del tempo biologico naturale. Offrendo guarigione attraverso il ritorno all’intimità tattile perduta nell’era digitale. Eternal Spring and Tiny Things nasce dalla pittura a mano di ogni singolo frame, gesto lento e meditativo che preserva la “warmth” dell’atto creativo manuale, poi trasformata da Phalanity Digital in animazione immersiva senza perdere l’essenza artigianale originaria.

L’installazione crea un ecosistema in miniatura dove topi e farfalle interagiscono gentilmente tra i fiori, simboleggiando vulnerabilità e resilienza in un mondo perfetto dove tutto convive pacificamente. C.J. Sunny Yen trasforma la pittura a mano in esperienza immersiva che espande la bidimensionalità della carta nella tridimensionalità dell’ambiente, permettendo al pubblico di immergersi letteralmente in un sogno di tenerezza e serenità sensoriale.

In un percorso espositivo che esplora le pressioni della contemporaneità, “Eternal Spring and Tiny Things” propone una regressione terapeutica verso uno stato di innocenza perduta, dimostrando che la guarigione collettiva può avvenire attraverso la riscoperta della bellezza semplice e naturale, del tempo lento, della delicatezza come medicina per l’anima.

Opere in realtà virtuale

Ekholux

Hsin-Chien Huang, 2025

La metafora centrale della collisione tettonica si estende oltre la formazione fisica di Taiwan, abbracciando le pressioni culturali e tecnologiche che continuano a plasmare la pratica artistica contemporanea. “Ekholux: The World of Recurrent Light” esemplifica questo approccio geologico, funzionando contemporaneamente come archivio digitale e contenitore protettivo.

L’opera nasce dalla consapevolezza della vulnerabilità di Taiwan: le tensioni con la Cina, l’isolamento diplomatico, la posizione strategica nell’epicentro delle rivalità tra superpotenze globali. In questo contesto di costante minaccia geopolitica, Huang riconosce che l’identità culturale taiwanese rischia di essere cancellata o assorbita. Ispirandosi a “La Boîte-en-valise” di Duchamp, l’artista crea quella che definisce un'”arca digitale”—uno spazio dove lo spirito creativo di Taiwan può sopravvivere alle tensioni geopolitiche e alla frammentazione culturale che minacciano l’identità dell’isola.

Come l’Arca di Noè preservò la diversità biologica dal diluvio, “Ekholux” preserva la diversità culturale taiwanese dalle forze distruttive della storia contemporanea. L’opera diventa così un gesto artistico profondamente politico: usare la tecnologia digitale per garantire la sopravvivenza culturale anche in caso di minacce fisiche o politiche concrete.

The Painted Horizon

Hsiao-Yue Tsao, Hua-Hsiang Chen, 2025

Questo lavoro di recupero della memoria si manifesta diversamente in “The Painted Horizon”, dove la memoria stessa assume carattere sedimentario. L’opera scava nella storia personale attraverso la figura di un pescatore delle isole Matsu (arcipelago di frontiera al largo di Taiwan), la cui sopravvivenza al naufragio diventa catalizzatore di una profonda trasformazione esistenziale: abbandonata la pesca, l’uomo si dedica alla pittura, trasformando l’esperienza traumatica del mare in rappresentazione artistica degli stessi paesaggi marini che un tempo minacciavano la sua vita. Il trauma diventa qui la pressione che genera nuove forme espressive, riflettendo l’indagine più ampia della mostra su come la rottura possa generare possibilità creative.

Imagine: When the world disconnects, what connects you?

Hsin-Chien Huang, Wen-Chieh Chang, 2025

Quest’opera collaborativa posiziona la pratica artistica come forma di resistenza alla perdita di legami sociali e culturali e alla frammentazione dell’identità collettiva. “Imagine” affronta direttamente le questioni esistenziali sollevate dalla crescente alienazione nel nostro mondo digitale: il paradosso di essere iperconnessi ma emotivamente isolati, di avere accesso a infinite informazioni ma perdere la capacità di relazioni autentiche, di vivere in un mondo globale ma sentirsi profondamente soli. L’opera interroga il pubblico sui fondamenti stessi della connessione umana in un’epoca di crisi climatica, conflitti geopolitici e frammentazione sociale, ponendo la domanda fondamentale: cosa ci connette veramente quando tutto sembra separarci?

Wonder of Life

Wen-Chieh Chang, 2022

L’opera di Chang funziona da ancoraggio filosofico, riconoscendo significato profondo nei fenomeni naturali più effimeri – le venature di una foglia di loto, il posarsi momentaneo di una libellula, un profumo che svanisce nell’aria, le increspature dell’acqua che scompaiono. In un mondo che spinge verso la frammentazione dell’attenzione, l’opera propone un atto di resistenza radicale: la contemplazione consapevole. L’attenzione stessa diventa forma di resistenza, un rifiuto di soccombere all’automatismo esistenziale, alla desensibilizzazione causata dal sovraccarico informativo. Chang suggerisce che fermarsi a osservare i dettagli più piccoli e transitori della natura sia un atto rivoluzionario contro la perdita di meraviglia e la disconnessione dal presente che caratterizzano l’era digitale.

Rice Dragon 360

Yu-Ying Hsueh, 2024

“Rice Dragon 360” parla della trasformazione della spiritualità tradizionale nel modo più diretto, traducendo i rituali di culto Hakka in cui il riso bianco viene tradizionalmente sparso e modellato dalle mani dei fedeli su altari domestici per “disegnare” una divinità tellurica che garantisce fertilità, nello spazio virtuale. L’opera affronta una questione filosofica: l’energia spirituale può trasmigrare dal fisico al digitale mantenendo la sua efficacia trasformativa?

La sostituzione del riso bianco con particelle digitali responsive non implica perdita ma metamorfosi, l’energia spirituale essenziale persiste attraverso il cambiamento materiale. Il gesto rituale delle mani rimane centrale: l’utente VR dirige e disperde il drago digitale attraverso movimenti fisici, mantenendo l’interattività corporea che caratterizza il rituale originale. La ciclicità di dispersione e ricomposizione del drago simboleggia la morte e rinascita eterna, mentre lo spazio virtuale espande l’altare domestico in un ambiente immersivo dove la presenza divina può manifestarsi in forma tecnologica. L’opera interroga se la divinità possa abitare lo spazio digitale con la stessa potenza trasformativa del rituale tradizionale, suggerendo che la fede autentica possa adattarsi e rinnovarsi attraverso qualsiasi medium che preservi l’intenzione sacra e il coinvolgimento comunitario.

Andon 464 Stages

Yu-Ren Fanchiang, Goto Shu, Yi-Wen Guo, charlize, Xin-Ci Ke, 2024

L’opera estende la metafora geologica verso il sottosuolo, esplorando le profondità inquietanti della Miniera di Andong attraverso una discesa di 464 gradini verso l’ignoto. La progressiva immersione nell’oscurità mineraria rispecchia l’indagine più ampia della mostra: gli artisti devono scendere in profondità nella memoria culturale e nella storia personale per recuperare tradizioni, simboli e narrazioni che possano essere trasformati in nuove forme espressive.

Video

Subsistence Machines in Meta World

Che-Kuang Chuang, 2022

L’opera di Chuang definisce l’altro estremo temporale, il polo del futuro speculativo, della profezia tecnologica, in dialettica diretta con la nostalgia organica di “Eternal Spring and Tiny Things”. Dove Yen propone regressione terapeutica verso l’intimità tattile, Chuang proietta verso un’esistenza post-fisica nel metaverso, immaginando macchine speculative che soddisfino i bisogni umani fondamentali, cibo, vestiti, aspetto, residenza, trasporto, in spazi completamente virtuali.

Subsistence Machines in Meta World suggerisce che il lavoro di preservazione e trasformazione culturale si estenda sia al passato della memoria che al futuro speculativo, ponendo domande cruciali: come si evolveranno i bisogni umani quando vivremo principalmente in dimensioni digitali? Quali tradizioni culturali sopravviveranno nel metaverso? Come Taiwan si posizionerà nell’economia digitale globale? Le macchine del metaverso profetizzano nuove forme di sopravvivenza e adattamento, creando una tensione dialettica con l’estremo opposto della mostra.

La polarità temporale tra questi due estremi, organico vs digitale, passato vs futuro, intimità vs mediazione, definisce l’arco completo dell’esperienza umana che la mostra abbraccia. 

Fiorire dalla frattura

“Rising in the Plate Shift” dimostra che la posizione di Taiwan all’intersezione di molteplici forze tettoniche, geologiche, culturali, tecnologiche e politiche, crea condizioni uniche per l’innovazione artistica. Le opere qui raccolte dimostrano come la pressione possa trasformarsi in nuove forme di bellezza, significato e connessione. Affermano che anche nelle circostanze più instabili, la scelta di creare, resistere e fiorire rimane possibile.

La mostra posiziona l’arte dei nuovi media non come fuga dalle realtà materiali e politiche, ma come confronto diretto con esse, dimostrando che le tecnologie digitali possono servire come strumenti per la preservazione culturale, il rinnovamento spirituale e la resistenza immaginativa. Nel trasformare la pressione in presenza, gli artisti offrono un modello per navigare le faglie del nostro tempo.

 

close-link
close-link