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Evento

Contemporaneità e cultura digitale

In occasione di Bookcity 2023, dedichiamo la giornata di sabato 18 novembre alla contemporaneità e cultura digitale presentando alle ore 18.00 i due nuovi libri di Davide Piacenza e Raffaele Alberto Ventura, in dialogo a MEET.

Davide Piacenza

La correzione del mondo

Cancel culture, politicamente corretto e i nuovi fantasmi della società frammentata

Dalle statue rimosse a orde di utenti incattiviti che si segnalano su Twitter, fino alle infinite suddivisioni identitarie: La correzione del mondo si districa tra le esagerazioni, le minimizzazioni e la propaganda che inquinano il dibattito sul tema del politicamente corretto. Mentre i reazionari soffiano sul fuoco del complottismo vittimista che rende tutto un attacco al loro stile di vita, i romanzi di Roald Dahl vengono corretti prima di essere ripubblicati, un videogioco di Harry Potter è accusato di danneggiare un’intera «comunità di esseri umani» e i cartoni animati della nostra infanzia sono tacciati di «cultura dello stupro». Perché all’improvviso siamo diventati sensibili a certi temi? E perché la dimensione politica è stata soppiantata da divisioni settarie, rituali di espiazione e gare per diventare portavoce online di istanze appiattite? Andando oltre i consueti mantra distorsivi – da «dittatura del politicamente corretto» a «cancel culture» – Davide Piacenza risponde con esempi e testimonianze alle domande che monopolizzano le nostre polemiche quotidiane.


Raffaele Alberto Ventura

La regola del gioco

Comunicare senza fare danni

Comunicare è come respirare: lo facciamo tutti, in ogni momento. Comunichiamo con la voce, con il corpo e sempre di piú – chi lo avrebbe detto trent’anni fa? – per iscritto, attraverso Internet e i social network. Lasciamo tracce durature e siamo letti potenzialmente da chiunque. Cosa potrebbe andare storto in questo processo? Molte cose. Potremmo offendere un solo individuo, se va bene, o un milione di persone in una volta sola, se va malissimo. Potremmo compromettere per sempre la nostra immagine pubblica, renderci ridicoli o essere considerati dei mostri. Già, i tempi sono cambiati, e quello che solo una decina di anni fa sembrava inoffensivo è diventato piú serio; tutto ciò che prima si faceva con leggerezza richiede oggi una nuova gravità. Ma attenzione, i tempi non cambiano mai in maniera uniforme, non è mai esistito e non esiste un unico «spirito del tempo»: cosí ci ritroviamo a muoverci tra sensibilità differenti, tra contesti in cui «non si può piú dire niente» e altri in cui si dice molto, persino troppo. Se il respiro è un dono innato, la comunicazione richiede invece competenze articolate. Come prima cosa bisogna imparare un alfabeto e una lingua, questo diamolo per scontato. Ma dobbiamo inoltre conoscere i codici culturali: ovvero quello che si può dire o non si può dire in funzione del luogo, del momento e dell’interlocutore che ci troviamo davanti. Perlomeno se vogliamo controllare il modo in cui verremo giudicati noi che parliamo. Insomma: se non vogliamo fare danni.

***

Ci vediamo a MEET sabato 18 novembre alle ore 18.00. Registrati qui

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