Evento
FLUX: Female Digital Creativity
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Lounge e Living Staircase
Il corpo femminile è lo spazio della crisi contemporanea.
La scarsità d’acqua colpisce prima le donne. Gli spazi online sono dominati da dinamiche maschiliste che escludono. I confini geografici limitano i movimenti. La memoria collettiva manipola il racconto del femminile.
Le artiste di FLUX usano blockchain, NFT e opere digitali per rivendicare spazio e lasciare traccia. Il digitale diventa strumento di riappropriazione di uno spazio dove esistere e autodeterminarsi.
Le opere parlano di corpi che resistono. Crisi ambientale, spazi digitali tossici, confini che escludono: il corpo femminile è dove questi conflitti si manifestano. Le artiste usano la tecnologia per documentare, marcare territorio, rendere visibile ciò che viene ignorato.
Flux: i risultati del training program
Nato per educare, presentare e promuovere artiste donne nel campo dell’arte digitale, incoraggiando e sostenendo le loro carriere professionali, Flux – Female Digital Creativity è un progetto triennale co-finanziato dalla Commissione Europea, in particolare dall’Agenzia europea per l’istruzione e la cultura.
Promosso da quattro partner internazionali – MEET Digital Culture Center (Milano, Italia), Labin Art Express XXI (Labin, Croazia), Alice in Blockchains (Zagabria, Croazia), Museum of Transitory Art (Lubiana, Slovenia) – Flux supporta artiste donne, o persone che si identificano come tali, a impegnarsi nel campo delle nuove tecnologie e dei nuovi media artistici, in particolare delle blockchain e degli NFT.
Le artiste sono poste al centro di tutte le attività del progetto: workshop con esperti internazionali di arte digitale, conferenze, lezioni, residenze artistiche e mostre. Sono i risultati di questo percorso formativo che, dal 9 al 14 dicembre, saranno esposti a MEET. Nella Living Staircase si potranno vedere le opere di 11 artiste che hanno partecipato e vinto l’open call del progetto. MEET sarà la terza e ultima tappa di un tour che ha già coinvolto le città di Istria e Lubiana.
Le opere
“Mountain Memories” di Jelena Martinović
Questa opera astratta reinterpreta i paesaggi alpini attraverso texture e colori digitali. Rappresenta le montagne non come elementi stabili, ma come forme fluide che cambiano. L’artista ci invita a ripensare il nostro legame con la natura, suggerendo che sia la memoria che il futuro non sono mai fissi. L’opera richiama anche la fragilità dell’ambiente alpino, minacciato dal cambiamento climatico, e sottolinea quanto sia urgente proteggerlo.

“To Flip a Coin” di Dora Bilandžić e Andrea Šarić,
Parte del progetto artistico interdisciplinare “Crystal Clean”, che esplora il tema del cambiamento ecologico e sociale con installazioni immersive, questa opera usa un NFT abbinato a una moneta d’argento fisica per riflettere sul dualismo tra dolore e guarigione: due forze opposte inseparabili. L’opera suggerisce che affrontare le emozioni in modo consapevole può portare a una trasformazione, sia personale che sociale.

“Temple of Lilith Astralis” di Petra Brnardić
L’opera è una gif animata, psichedelica e surreale, che rappresenta una metropoli cosmica immaginaria dominata da Lilith, prima donna dell’umanità bandita dal Giardino dell’Eden e diventata poi dea delle tenebre. Lilith diventa simbolo di rivoluzione, potere femminile, coraggio e innovazione. L’opera celebra la sua rivincita come guida verso un futuro brillante, ricco di nuove prospettive e sogni.

“Beyond the Horizon” di Sara Lerota
Questo lavoro esplora l’idea che i confini, di qualsiasi tipologia siano, possono essere inevitabilmente superati, soprattutto quando si parla di comunicazione, scambio di esperienze e collaborazione tra persone affini. È un invito a superare le barriere come elemento fondamentale del nostro tempo.

“Always The Sun” di Nat
Una performance artistica che raffigura 33 camminate fatte per le vie di Milano, tutte orientate verso il sole e il cuore della città, svolte nell’arco degli anni 2014–2015. L’opera riflette sulla connessione tra corpo, città e cosmo, trasformando l’atto del camminare in un gesto rituale e simbolico di appartenenza e ricerca.

“Thirst Trap” di Stella Skopal
Parte della serie “Woman is the First Environment”, che parla di questioni ambientali e resilienza delle donne partendo dall’idea che se le donne prosperano lo fa anche la società. L’opera parla della resilienza femminile di fronte alla crisi ecologica, in particolare alla scarsità d’acqua. Il titolo gioca con l’ironia dello slang utilizzato online per affrontare temi urgenti in modo provocatorio ma riflessivo.

“Storm” di Maja Kos
Quest’opera critica gli ambienti online dominati da dinamiche maschiliste, che si presentano come inclusivi ma in realtà alimentano odio ed esclusione. Attraverso tre cavalli senza criniera fusi insieme con tratti maschili esagerati, l’artista trasforma un simbolo di forza in una figura grottesca per denunciare la tossicità di questi ambienti.

“San 2” di Kristina Antolić
Parte della collezione “San”, che in giapponese significa “tre” ma che in croato vuol dire “sogno”. San 2, in particolare, solleva la domanda: fino a che punto possiamo spingerci con le nostre proiezioni scientifiche? L’opera esplora i limiti della scienza e delle nostre proiezioni sul futuro: al centro, un corpo senza forma si contrappone a una struttura geometrica ispirata ai lavori di Dürer, suggerendo una tensione tra ordine e disordine.

“The Breathing Sculpture” di Anna Bulkina
Un’opera visiva formata da una figura vivente e infinita intessuta di materiali come seta liquida e vetro fuso, che rappresenta un’entità viva in costante movimento. Una meditazione poetica sulle energie invisibili che modellano sia il nostro mondo interiore che quello esteriore.

“Pakleni” di Nataša Gregorič Nabhas
Ispirata alle isole croate Pakleni, l’artista con il suo lavoro riflette sulla natura fluida e ciclica del tempo. La versione NFT dell’opera, animata in un video di 4 minuti, è accompagnata da una musica a 432 Hz assistita dall’intelligenza artificiale. Un elemento nascosto, accessibile con una “chiave” digitale, invita lo spettatore a esplorare oltre l’apparenza. L’opera quindi ci ricorda che il tempo non è lineare e che possiamo trovare la pace nell’unica realtà che esiste: il presente.

“Op Art dinner” di Monika Kukučević
L’opera unisce ceramica e pittura acrilica su tela, fondendo tecniche tradizionali con uno sguardo moderno, per incentivare lo spettatore a riflettere sulla possibilità di creare armonia tra passato e futuro.
